Il vero messaggio della malattia
A chi opera nell’ambito della Naturopatia capita spesso di trovarsi di fronte a un paradosso: ciò che sembra facile viene rifiutato perché troppo semplice ed evidente per essere vero!
Molti di noi non accettano il fatto di non aver visto la risposta, anche se era sotto i nostri occhi. Questa è arroganza: io non ho visto una cosa così evidente? Non è possibile che non l’abbia vista e quindi non può essere vera.
Tanti esseri umani cercano una spiegazione alla propria vita, si interrogano sul perché della malattia, sullo scopo del proprio viaggio su questa terra, sull’anima. Spesso, però, sono alla ricerca di risposte certe che vengano dal di fuori, e non cercano nell’unico posto dove potrebbero trovare autenticità. Ogni risposta è dentro di noi, cercare altrove significa fuorviare la verità che custodiamo nel nostro cuore, nella nostra mente, nel nostro corpo.
Perché ci ammaliamo? Punizione, cattiva igiene, distrazione, complotto cosmico o terreno? Oppure ci ammaliamo e basta, perché prima o poi la nostra vita terrena dovrà finire?
Eternità è sinonimo di anima, corpo è sinonimo di materia. Se, come afferma una legge fisica universale, “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, allora anche il nostro corpo, la nostra materia, talvolta si trasforma e origina la malattia. Il motivo di questo mutamento è di una semplicità e di un’evidenza sconvolgenti: ci ammaliamo perché non viviamo ciò che vorremmo vivere.
Siamo una particella di un immenso corpo cosmico, abbiamo un compito ben preciso da portare avanti affinché l’unità funzioni in sincronia con il tutto. Una cellula del nostro organismo ha una funzione determinata, uno spazio e un tempo per vivere in sincronia con miliardi di altre cellule, e lo stesso vale per ogni essere umano. Ognuno di noi ha una funzione, uno scopo, uno spazio e un tempo fisico per sviluppare armonia. Ma se dobbiamo adattarci a fare ciò che non è nel nostro progetto cosmico allora ci ammaliamo, soffriamo e decidiamo di morire per porre fine ai nostri errori.
La nostra anima universale, in poche parole, ci informa che stiamo vivendo una vita che non ci appartiene. La malattia, il dolore e la sofferenza sono i segnali che non stiamo facendo ciò per cui siamo venuti sulla Terra. Ascoltare la nostra sofferenza significa comprendere dov’è l’errore, correggerlo vuol dire portare l’armonia tra le cellule e tra gli esseri umani, tra il micro e il macrocosmo.
Il percorso della bussola costituzionale, uno dei tanti possibili strumenti per una diagnosi autenticamente olistica della malattia, nasce proprio da questa convinzione.
Vediamone i tratti fondamentali. La nascita e lo smarrimento sono simultanei, ma anche difficili da ricordare. Il nostro corpo nasce e prova un’emozione negativa, la fa sua, la cronicizza e la archivia nel DNA affinché ogni nuova cellula possa trasportare in sé questa emozione negativa. E più non comprendiamo questa sofferenza, più l’emozione che non riconosciamo si fa intensa, materializzandosi in malessere.
Purtroppo, però, quando la malattia appare e si manifesta molti di noi non sanno fare altro che lamentarsi, accusare. Ignorano il messaggio e perpetuano quell’emozione negli anni finché non si trovano davanti a un bivio: comprendere e vivere o arrendersi e morire?
La comprensione genererà un nuovo messaggio positivo che entrerà nel DNA e ogni nuova cellula darà origine a cellule sane: ecco, allora, che la guarigione è in atto.
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