Gerd Reuther, medico e autore di best seller, in questo libro ripercorre criticamente 2500 anni di storia medica europea. Non importa se nella Grecia antica o nella crisi da Coronavirus: sotto il pretesto di una presunta scientificità – l’autore evidenzia con un’attenta e scrupolosa narrazione – la salute e il bene dei pazienti sono sempre stati messi in secondo piano.
Fintanto che l’ideologia cristiana ha dominato la medicina, le guarigioni operate dagli uomini rappresentavano una sgradita concorrenza per il privilegio della Chiesa di dispensare la salute.
Dall’inizio del XX secolo il complesso medico-industriale ammette le guarigioni solo in casi eccezionali, perché la salute è un business meno redditizio della malattia.
Oggi a dominare la medicina al posto delle eresie clericali sono i dogmi farmaceutici, consolidati dai premi Nobel e idealizzati come cambiamenti di paradigma. L’obiettivo è un esercito di malati cronici: troppo sani per morire, ma troppo malati per vivere indisturbati senza ricorrere alla medicina.
Non può esserci salute senza libertà.
Qualsiasi tentativo di promuovere in maniera coatta la salute o quella che si ritiene tale, anche se animato dalle migliori intenzioni, si trasforma nel suo contrario. Nessuna terapia è priva di effetti indesiderati, tanto più quando gli interventi sanitari sono manovrati anche da interessi economici.
L’industria della salute è innanzitutto al servizio di se stessa.
Un testo imprescindibile, avvincente e sconvolgente per tutti coloro che vogliono saperne di più sulla storia e sugli errori della medicina.
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